sabato 7 febbraio 2009

STEFANO MONTANARI: ATTENTI ALLA BALLA DEI GASSIFICATORI

Il Movimento Civico de "LA FENICE PER MEDIGLIA" vi invita a leggere questo interessante articolo sui GASSIFICATORI.

L'autore di questo brano è il Dott. STEFANO MONTANARI, docente in diversi master nazionali ed internazionali, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
Da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie, soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini.

Per maggiori informazioni e per approfondimenti sull'argomento potrete visitare il suo sito personale all'indirizzo wwww.stefanomontari.net

Buona Lettura

ATTENTI ALLA BALLA DEI GASSIFICATORI!!!

Non esistono impianti non inquinanti e non esistono impianti che non
abbiano emissioni. C’è troppo fumo attorno ai gassificatori e si tratta soprattutto di linguaggio da marketing.

Quello che riporto sotto è un commento di Stefano Montanari che è dubbioso, a dir poco, sulla bontà dei gassificatori.”I lati oscuri sono moltissimi.

Il trattamento proposto altro non è se non una gassificazione parziale in regime discontinuo che consta del caricamento dall’alto con 16 tonnellate di rifiuti estremamente eterogenei ogni 24 ore. Il contenitore è in condizione di carenza d’aria e perché il process s’inneschi fa uso di metano (da far arrivare sul posto) che scalda la parte più alta dei rifiuti con una quantità d’aria che viene regolata opportunamente per mantenere vivo il processo.


La temperatura d’esercizio di quei rifiuti lavorati in carenza d’aria è intorno ai 400-450°C e, nel corso della giornata di trattamento, il processo produce syngas (CO e CO2, oltre ad un po’ di metano) insieme con i prodotti consueti inquinanti delle combustioni. Dunque, non siamo di fronte ad una gassificazione propriament detta con tanto d’emissione d’energia fuori del sistema, ma di una combustione in un ambiente carente d’aria, più o meno come quello in cui si produce carbonella. Resta senza risposta dove finiscano i metalli pesanti inevitabilmente rilasciati da un processo simile, così come resta misteriosa la sorte degl’inquinanti che sono con ogni probabilità generati e che variano a seconda di quali rifiuti si stiano di volta in volta trattando. E’ ovvio che il syngas dovrà essere depurato. Come, non viene detto. Che fine facciano i prodotti tossici che vengono tolti dal syngas, viene pure taciuto. Quanto questa depurazione costi, neppure è reso noto.


Vorrei, poi, che il vecchio problema della legge di Lavoisier fosse finalmente affrontato con serietà. Poiché il Creatore ha stabilito, senz’altro scriteriatamente, ma non c’è nulla da fare perché nemmeno Hera può fare abrogare la legge, che la massa dei prodotti di reazione eguagli quella dei reagenti, è inevitabile che se immetti 100, in uscita avrai 100. Insomma, in effetti, che cosa sparisce? Secondo le leggi della natura, nulla, ma siamo solo di fronte ad una trasformazione. E i rendimenti del sistema quali sono? E poi c’è il problema delle ceneri che, stante l’eterogeneità di ciò che viene bruciato, è parecchio ostico da risolvere.


Discariche di prodotti nocivi? E poi, ancora, c’è il problema delle nanopolveri. Poiché il syngas arriva a bruciare fino a 1.800°C, è ovvio che si formi particolato primario e secondario finissimo, ben più piccolo di 2,5 micron e, per questo, quanto mai aggressivo. Infine, a quanto mi consta, i gassificatori sono ben pochi e diversi di questi sono stati chiusi. Va da sé che io sono dispostissimo ad ascoltare le eventuali risposte e a ricredermi, ma per questo devo sentire,
vedere e controllare.

Mandando persone senza dubbio degnissime ma non addentro alla materia in gita in Islanda non si fa altro che un’azione di marketing solo apparentemente ingenuo. Visto come gestiamo noi le cose pubbliche, l’operazione potrebbe anche essere coronata da successo.”

Stefano Montanari

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